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con promissioni non potè unqua a’ suoi desideri tirarla (et che ne fussi la cagione non si sa), pur li cieli finalmente verso di lui divenuti benigni, in guidardone dei suoi lunghi affanni gli concessero di sapere (nè si sa come) che il cozzone li delicati abbracciamenti della sua crudel Laura si godeva. La qual cosa prima fu ad Ercole d’insopportabile dolore ad udire, et molto seco stesso della sua trista fortuna si dolse. Imperocchè giovane, nobile et bello et di molte virtuti ornato conoscendose, et lungamente avendo l’ostinata donna vagheggiata, et ciò che ad innamorato giovane appartiene, per lei fatto nè mai d’un sol lieto sguardo essendogli ella stata cortese, ora vedendone il cozzone posseditore, sopra ad ogni altro infelice si reputava. Ma amore eccitatore degli umani ingegni, et fortuna che le mondane cose breve momento in un termine lascia, lo fecero in pochi di lietissimo divenire. Imperocchè ritrovandosi egli un giorno, et sulla prima sera, quando già ogni lavoratore era partito, passando