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NOVELLA IV.
Antonio di Beccaria, pavese, mentre che vive, lascia per testamento tutto il suo a tre suoi figliuoli, et compartisce loro tutta la roba ugualmente, et che essi lo abbino a trattar bene; li quali non bene, ma male lo trattavano poi. Angelo suo compare gli dà duo mila ducati che li mostri alli figliuoli, et che l’uno non sappia dell’altro, dicendo: cotesti danari voglio che siano tuoi dopo la mia morte. Da indi in poi lo trattorono da buon padre. Il fin fu poi tale che se ne può prendere molto piacere.
Fu già, non è guari di tempo, in Pavia, come che ancora alla memoria d’alcuni attempati si sovviene, un messer Antonio de’ Torelli che già all’ultima vecchiezza stava vicino. Et avendo tre figliuoli, ch’a ciascuno di loro moglie dato aveva, li venne poi desiderio di volere, prima che