lo sellaro reingagliardito, et mosso a maggiore pietà vieppiù del nome di Adriano, che della finta lettera, et che di vederlo scalzo et ignudo, disse: M. Adriano, voi vi siete degnato venire in casa d’un vostro servidore, ove per fermo dovete tenere, che la persona mia et di questo mio figliuolo et di cotesta, che è mia moglie, sempre saremo presti a ogni vostro piacere et servigio; et questa casa (benchè povera sia) stimarsi d’esser la vostra. Et duolmi di non ritrovarmi in quello acconcio et buona fortuna, come che già fui dinanzi al sacco di questa città, perchè molto più agiatamente, come meritate, vi stareste. Pur se cogli effetti non potrò mostrarmivi per quanto il mio buon animo sarebbe, vi degnarete di accettare il cuore et buon volere sforzandomi sempre più farvi conoscere la servitù mia, di quello che mio fratello mi scrive et conforta. A cui Monsignore delle belle offerte gli rese grazia, da quello che gliera, standosi assiso sopra d’una panca, pur sempre con vista di tristo et mal contento,