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essa: non sai tu, sciaurato, quella che qui conducesti iersera, con la qual credevi menare il mondo a tuo modo, che non ti venne fatto? Però che volendo tu, reo uomo, scaricar le some in un luogo, in uno altro le scaricasti. Et non ti bastava ingiuriar me, che sei divenuto ruffiano. A che modo ruffiano? rispose egli. Et essa: perchè faceste tu venir qui esta mattina, appena apparuto il giorno, frate Stefano nostro compare, a che fare? Ma alla croce di Iddio! io te ne pagherò. Sappi, che s’io fossi stata una rea femmina e una melensa, come sei tu reo uomo et pazzo, senza vergogna et timor d’Iddio, et avessi guardato al tuo poco senno, quando il compare mi venne qui al letto avrei fatto con esso quelle ch’hai tu cercato di fare con quella poltroncella; ma ho voluto avere più riguardo all’anima et onor mio, che tu fatto non hai. Et sappi che nè al compare, nè a te è reuscito il vostro pensiero; perocchè egli a coda ritta ci venne, e a coda ritta essene retornato; et tu meco, a tuo dispetto, ti sei gia-