compar frate Stefano, che di buon tempo si stava mezzo che guasto di Lisa sua comare. A cui Ghidotto, salutatolo, disse: compare mio, l’amore che vi porto et ho portato già gran tempo, mi stringe a dirvi (ma come s’io mi confessassi da voi) una consolazione che m’è avvenuta esta notte, avendomi tolto i più dolci baci e ’l più bel diletto con la più avvenevole giovane ch’io conoscessi mai in tempo di mia vita. Laonde se vi piace d’averne la vostra parte, io ve l’offerisco: et Iddio me lo perdone; perocchè per farvi cosa che a grado sempre vi fosse, io farei et direi peggio per vostro amore che questo. Perchè, volendo, voi andate tosto ivi a casa mia, acciocchè la non esca del letto per girsene a casa sua; et troverete la porta di strada serrata solo appresso; poi a man sinestra della camera mia, intrarete in quell’altra a canto, alzando il saliscendo piano, che la Lisa non vi senta, sicchè fate, com’io so che saprete fare. Il buon frate compare, ch’aveva la conscienzia aguzza et la ventura ritta, come