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-In sorta (lairiiupcto cieco dell’istinto, dominata successivamente da tendenze ed illusioni che l’esperienza successivamente dissipa o riforma, essa si avvicina sempre più, come guidata da un disegno pro"iidenziale, alla saggezza.
Da questo punto di vista, anzi, tutto assume un aspetto provvidenziale; da tutte le illusioni e da tutte le follie un occullo potere benefico sembra trarre qualche cosa di utile e di salutare. Ma la saggezza e la ragione sono come le cime eccelse che nascondono le loro vette nelle nubi: noi vediamo ]<» vie che ad esse conducono, senza vedere il termine a cui conducono.
L’attività dell’uomo considerata nel suo complesso ci appare come un’agitazione di esseri mossi da istinti e da im-’ pulsi ciechi, che una potenza misteriosa orienta verso la libertà e la luce: essi non la raggiungono mai definitivamente, ma ogni passo che essi compiono in questo senso è da noi chiamato libertà e ragione.
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Uenchè l’uomo acquisti con lento progresso nel corso della vita un’esperienza sempre più profonda, che lo libera da molte illusioni, assopisce molti impulsi ciechi e sembra dare alla sua visione delle cose ed all’azione sua una maggiore serenità e libertà, egli non riesce mai a liberarsi del tutto dalla limitazione dell’orizzonte che la condizione, l’educazione, la professione e l’ambiente hanno in lui creato.
La sua esperienza della vita è sempre andata estendendosi: ma è sempre rimasta l’esperienza parziale e confinata dell’uomo d’una certa classe e d’un certo ambiente. Il magistrato, l’industriale, il soldato, lo scienziato acquistano ciascuno la loro esperienza sulle cose: ma ciascuna di queste esperienze si è formata sotto l’impulso d’un punto di vista che la vita ha sempre più fissato ed irrigidito, fino a trasformarlo in una specie di natura individuale immutabile. Per questo non vi è.