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La storia di essa è breve. Firenze era già famosa per la sua Biblioteca Mediceo-Laurenziana: di corto era stata arricchita di altra preziosa e abbondantissima Biblioteca da Antonio Magliabechi; quando Francesco Marucelli, patrizio fiorentino, letterato nobilissimo, e possessore di una scelta e ricca Biblioteca fece pensiero di lasciarla al pubblico, e specialmente in servizio degli studiosi poveri, destinando a quest’ effetto una gran parte del suo patrimonio, e volendo che la fabbrica fosse fatta apposta accanto al suo palazzo di Via Larga (ora via Cavour) comprando a tal fine certe casette di poca apparenza. Cominciò egli stesso tal fabbrica col disegno dell’ architetto Dori; e morto lui, la sua ultima volontà fu portata ad effetto da monsignor Alessandro Marucelli, il quale alla Biblioteca di Francesco suo zio aggiunse la sua propria; e terminata che fu la fabbrica, si aprì al pubblico col titolo di Biblioteca Marucelliana il dì 15 di settembre del 1752. Essa Biblioteca era allora composta del magnifico salone di lettura, largo metri 12 e lungo metri 21, ed altre grandi stanze: si apriva tre volte la settimana, dalle nove antimeridiane alle ore una pomeridiane, affidandosene la direzione al Bibliotecario della Laurenziana, il quale aveva per questo capo un piccolo stipendio, e il quartiere da abitarvi nel piano di sopra alla Biblioteca. Questa per suo mantenimento aveva alcuni luoghi di Monte a Roma, e la piccola entrata di due casine, una di qua e una di là dalla fabbrica; a quel che mancava suppliva il governo Granducale. Così andarono le cose fino al 1859; ma allora, cominciatosi a dimostrare di quanta utilità sarebbe per il