e Platone con Mofeo, ed Orfeo: e de’ Latini Virgilio, Orazio, Properzio, Seneca, e Cicerone, il quale (nelle Quest. Tuscul. ) riferisce che Socrate avendo in mano il vaso del veleno, di cui fu condannato a morire, disse: Qui‘jè bumanùmitii: tomaminaflèm, In" deviumquoddam in» efl’e ficlufitm a‘Canci’Iiis Dammi; flùi’etìam fungicicafipfque fervajfenr, ln’s ad filo: redifum. fucilèipatere .. N‘è Vale il dire, che. il piacete che posta fisco-’12. flefîa .virtù’, e. la pena che. parta-il vizio,..fon0 il premio. de’Bùoni,.e,’l eafiigo de’ Malvaggi,-. poichè il Pqu mio e -’l cafiigo riguardanorla Gialli: flia .di Dio,, che domanda. leuviuù,.e proibifce’ i: vizj;.4onde’ la m’erce’de,» e, la ipe-na‘fono ellcixifeche alla v-irnùx, ed al ‘vizio;, e ’perciò-, non; da noilflefiì, ma dal medefimo- DÎO’dCbeDO’fl noiè difpenfarfi .r Oltrechè ancora n’e’BnonÌ; le pena. di quella v— ita»,.come’fono il: nimor .della colpa,» l’incertezza delll crema falyte,«_le. avverfità., che gior-