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96 | Contra i Deisti. |
talem eflè, (9‘ ba: in dubium 0mm“; tùm r'lla, non folùm per [e, ('9' efl'm- ' tialiter exifmt, verùm C'Wej'r Immartalix.
Nè ofia' il Teflo dell: Ecclefiaflze ( 0117.3. 'v. 19.) dove fi dice: Idtirco mm: interim: eft bominis, @‘jummtorum , 0’ equa utriufque canditio . Dunque potrà' dire. alcuno:.Ecco che la fiefl'a condizione ch’è- delle .befiic, è ìnchc dell’Uomo 5 le le befiìe fono mortali, anche l" Uomo è morta-le . Ma} avertafi, che il Savio apprefib {piega , come intende efl’cr la .fiell’a la condizione delle befiie, che de’ll’Uomo: Sicut moritur boma, fi: (9’ illa mariantu’r . Vuol dunque ìn cìò folamente dire, che cònforlnc muoiono le bel‘tie, così anche muore l’Uomo; marnon dice, .che muore l’Anima dell’Uomo;
Più difficile fembra il Tefio feguente al verfo 2.1. .dove Salamone fcrifi’e co. sì: ‘qu’s novit, fpiritus filiorum Adam afiendat furfum? (’9’ fi fpirìtm’jumentarum defiendat dcorfum? cioè a corg romperfi nella terra? Quellq passo al-