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gare i fenomeni della Natura, i cui sudori abbellano, e rendono grato il vivere civile colla Scienza e la Fede, le sole fiaccole inestinguibili, guide sicure di questo umano pellegrinaggio.

Ma mentre e nazionali, e forestieri traevano per curiosità alle falde del Vesuvio ardente, la pietà dell’Augusto Sovrano delle Due Sicilie Ferdinando II (D. G.) accorrea quasi ogni giorno, e molte volte coll’Augusta Consorte, e Real Famiglia, o per dare opportuni ripari, o per confortare le avvilite popolazioni, o per soccorrere con vistose somme gl’indigenti, che erano cacciati dalle loro piccole tenute, e minacciati dall’indomito elemento. Videro queste regioni una volta accorrere da Roma l’Imperadore Tito a confortare gli avviliti popoli, giacenti alle vicinanze del Vesuvio nella eruzione improvisa del LXXIX dell’Era Volgare: ma se un principio solo di umanità traea l’Imperadore Tito; un doppio e Cristiano, e Civile trasse non una volta, ma ogni giorno il Magnanimo Cuore di Ferdinando II, il cui glorioso nome ricorderanno con gratitudine anche le più tarde generazioni.

Intanto a rendere sott’occhio non meno ai presenti, che ai posteri nazionali e forestieri le anzidette eruzioni, fu nostra premura incidere, e pubblicare l’annessa tavola. Chi poi amasse conoscere quante, e quali eruzioni vi siano state del nostro Vulcano, e gli autori che ne parlarono; potrà osservare la nostra Cronologia delle eruzioni vesuviane.


Li 15 ottobre 1855.