Pagina:Bresci e Savoia - Il Regicidio (IA 2917212.0001.001.umich.edu).pdf/21


— 19 —

tio, gli hanno eretto, sotto i portici del Municipio, una lapide che ricorda la sua nascita e la sua morte eroica, con l’approvazione del governo.

E ciò si è fatto in tante altre città d’Italia.

Dopo il suo audace attentato, il deputato Brofferio, al Parlamento piemontese, ne fece una memorabile apologia, in termini così eloquenti e nel tempo stesso emozionanti, che tutti i deputati, ad eccezione di Della Margherita, si alzarono e l’applaudirono calorosamente.

Agesilao Milano, che ferì il re di Napoli, in Italia ha la sua statua ed una via che porta il suo nome.

Ecco del resto a proposito un documento storico e concludente sulla opportunità del regicidio e che questi giorni a proposito dell’uccisione di Umberto fu scovato dagli archivii ove dormiva e pubblicato da tutti i giornali, e che Louis Grammont riprodusse e commentò nel Soir del 6 Agosto:


Una sentenza fu lanciata contro il re di Napoli, sparsa a profusione in tutto il regno e in tutta la penisola.

Eccone il testo:

“Considerando che l’omicidio politico non è un delitto quando si tratta di un nemico che ha in mano dei mezzi potenti e che può in qualche modo rendere impossibile l’emancipazione d’un grande e generoso popolo;

Considerando che Ferdinando di Napoli é il più feroce nemico dell’indipendenza italiana e della libertà del suo popolo;

È approvata la seguente risoluzione da pubblicarsi con tutti i mezzi possibili nel regno di Napoli:

“Una ricompensa di 100,000 ducati si offre a colui o a coloro che libereranno l’Italia dal suddetto tiranno. E siccome non vi sono nella cassa del Comitato che sessantacinquemila ducati disponibili per questo oggetto, gli altri trentacinquemila saranno forniti per sottoscrizioni.”

Fra i membri del Comitato rivoluzionario che