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di cinque di vettovaglie, e di tutti i capi di opera d’Italia, che un ritardo di alcuni giorni ci avrebbe posti in mano.
Tutti questi paesi sono sì popolati, la situazione delle nostre forze è sì conosciuta, tutto è talmente agitato dall’Imperatore, e dall’Inghilterra, che la scena cangia ogni quindici giorni. Se non avremo un esito felice in tutto ciò che noi intraprenderemo, vi prego a non volerlo attribuire a mancanza di zèlo, ed assiduità.
Dal Quartier Gen. di Milano il dì 11 vendemmiale anno 5
(2 Ottobre 1796)
LII - A S. M. L’Imp. d’Alemagna, Re d’Ungheria, e di Boemia, Arciduca d’Austria ec.
Sire, l’Europa vuole la pace. È troppo lungo tempo che dura questa guerra disastrosa.
Ho l’onore di prevenire Vostra Maestà, che se non invia a Parigi dei plenipotenziarj, per trattare la pace, il Direttorio esecutivo mi ordina di riempire il porto di Trieste, e di demolire tutti gli stabilimenti di Vostra Maestà sull’Adriatico. Ho ritardato fino a questo momento l’esecuzione di questo piano, sperando di non accrescere il numero delle vittime innocenti di questa guerra. Desidero che Vostra Maestà sia sensibile alle sventure che sovrastano ai suoi sudditi, e che renda il riposo, e la tranquillità al mondo.
Sono con tutto il rispetto di V. M.