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funesti germi di ribellione, i quali, atterrir potrebbono per avventura le nostre truppe, e scemar l’ardimento loro contro gli Austriaci, ai quali debbon esse mostrarsi sempre con la stessa fierezza. Un mezzo potente a reprimere le sedizioni, è il prender molti ostaggi ed i più ragguardevoli de’ diversi paesi. La destra dell’esercito del Reno e Mosella si avvicina al lago di Costanza, e va ad infestare alle spalle l’esercito austriaco d’Italia. Il Principe Carlo, ridotto dalle sue perdite e dai presidj intromessi da lui nelle piazze, alla metà delle sue forze, s’incammina verso il Danubio. I Generali Jourdan e Moreau lo incalzano con veemenza ai due fianchi.

La campagna più decisiva sembra ormai assicurata, ed allontanato il timore del rinnuovarsi di essa; e le novelle che il Direttorio attende incessantemente da voi, cittadino Generale, aggrandiranno vieppiù la già gloriosa ed ammirabile condizion militare della Repubblica.

Carnot.




Copia della nota presentata al Doge ed al Senato di Venezia, il dì 20 messidoro, dal ministro della Repubblica francese.

Il Ministro della Repubblica francese, in conformità degli ordini da esso poc’anzi ricevuti, ha l’onore d’informare vostra Serenità e le loro Eccellenze, che il Governo francese non può starsene indifferente al radunar che si fa da qualche tempo di soldati Schiavoni e di truppe nazionali a Venezia e nell’isole del suo distretto.

Simili apprestamenti militari non si fecero dal Senato allora quando gli Austriaci facevano passare sul territorio Veneto considerabili corpi di truppe, e minacciavano di introdurvene per gli altri punti che in ogni tempo erano stati rispettati. Sembra strano che nel momento in cui i Francesi, inseguendo il nemico sullo stesso territorio che egli viola tuttora impunemente, costretti siano ad occupar, sebben come amici, dei posti indispensabili alla riuscita delle loro operazioni, si raccolgano straordinarie forze, senza che se ne appalesi l’oggetto.