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Dal Quartier Generale di Castiglione, 2 termidoro anno 4
(22 Luglio 1796)
XXXVIII - Al Direttorio Esecutivo.
I Signori del Senato di Venezia volevano fare a noi ciò che già fecero a Carlo VIII. Si pensavano essi che noi pure ci saremmo inoltrati nel fondo dell’Italia, e ci attendevano probabilmente al ritorno. Io mi sono incontanente impadronito della Cittadella di Verona, e l’ho guarnita coi loro cannoni, e nel tempo stesso ho spedito un corriere al cittadino Lallement, nostro Ministro a Venezia, per significargli di comandare al Senato che ponga fine a’ suoi armamenti. Voi avete veduto le note che per l’ultimo mio corriere io vi ho mandate su tal proposito, ogni armamento è già cessato. La Repubblica di Venezia ne ha già fornito 3,000,000 pel sostentamento dell’esercito; non è dessa che fornisce, ma un appaltatore da lei segretamente pagato. Questi erano anche gli accordi tra me e il Provveditor generale, convenendo perciò che la Repubblica francese un giorno rimborserebbe.
Quest’appaltatore è venuto varie volte a trovarmi per chieder danaro: io l’ho licenziato con buone promesse, e con ordine positivo di continuare a fornire: egli è stato pure a trovare i commissarj del Governo, i quali hannogli data una cambiale di 300,000 lire pagabile sulle contribuzioni del Papa. Di lutti gli espedienti quest’era il peggiore; per lo che oggi non si vuol più fornire. Con questa cambiale di 300,000 lire pagabili in tempo in cui si sa provenircene 21,000,000, si è tolta ogni speranza di pagamento, e nel tempo stesso si è dato a conoscere, la importunità e la omissione del servizio essere i soli mezzi di cavarci danaro: cosicché oggi io sono costretto di muovermi a sdegno contro il Provveditore, esagerare gli assassinamenti che si commettono contro le nostre truppe, e di querelarmi aspramente che l’armamento non siasi fatto quando gl’Imperiali erano i più forti; per tal modo io gli obbligherò a fornirci, per acchetarmi, tutto il bisognevole. E’ questo il modo con cui vuol-