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un’oca. Questa condizione di cose mi ha fatto pensare esser necessario differire di dieci o dodici giorni l’operazion di Genova; tanto più che avrò allora ricevuto risposta ad una lettera che io vi ho scritta.
Voi troverete qui annessa copia di una lettera che in conseguenza di ciò ho scritto al Ministro della Repubblica Faipoult. Il Signor Cattaneo, spedito a me dal Senato di Genova, è qui giunto questa mattina. Egli è rimasto, come potete immaginarvi, pienamente sodisfatto di quanto gli ho detto. I provvedimenti che prenderà Faipoult ed altre operazioni accessorie ci condurranno finalmente al nostro scopo; che quello si è di acquistare una quindicina di giorni, in capo ai quali la nostra condizione in Italia sarà talmente decisa, che io potrò senza ostacolo eseguir con tutta esattezza gli ordini che voi mi darete concernenti a Genova e Venezia.
In quest’ultima Repubblica si fanno grandi apparecchi d’armi. Il cittadino Lallement non mi ha informato, come avrebbe dovuto fare, della natura e dell’attività di questi armamenti. Voi troverete qui annessa copia della nota da lui scritta al Senato, e della risposta che il Senato gli ha data. Del rimanente io sono padrone di tutte le piazze forti della Repubblica di Venezia sull’Adige. Voi forse stimerete opportuno d’incominciare sin d’ora a muover querela al ministro di Venezia a Parigi, affinché dopo la presa di Mantova, e dopo che avrò scacciato gli Austriaci di sulla Brenta, possa io aver più facil modo per la richiesta ch’è vostra intenzione che per me le si faccia di alcuni milioni. Gli ammalati sotto Mantova vanno aumentandosi, ma finora niuno è morto. Il caldo è eccessivo, e l’aria di Mantova è sopra modo pestifera.