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onesto negoziante Francese di ricapitare questa lettera al primo posto avanzato, ed il messaggiero vi starà ad aspettarne la risposta.
Il Duca di Modena è da tre giorni qui giunto con tesori cospicui; egli è molto parco nello spendere; non ha altri eredi che una Figlia, maritata all’Arciduca di Milano: traete da lui più che potete, che sarà tanto danaro tolto alla Casa d’Austria. Convien che a lui solo s’impongano contribuzioni, perché così miglior partito trarremo dal suo paese; io so indirettamente ch’ei se l’aspetta: date a me le vostre istruzioni, ed ei sborserà forse più abbondanti somme.
Giusta sicure notizie che mi pervengono in questo momento, si è sparso il terrore nella città di Mantova; la maggior parte dei ricchi abitanti si sono dati alla fuga, seco portando il danaro ed i loro più preziosi oggetti; si crede che non siavi rimasto un terzo della popolazione. Vi sono state introdotte le munizioni, che erano a Cremona e a Pavia, le farine, le monture militari, e 600 bovi, che di là erano stati spediti il dì 8 Maggio per Cremona. Sono state raccolte tutte le provvisioni trovate negli altri paesi; a Pavìa altro non è rimasto che dei cannoni, palle ec., che sonosi dovuti lasciare per mancanza di mezzi di trasporto.
Si giudica che in quella città, mercé tali disposizioni, abbiansi in grano, foraggio, legne, vino, ec., provviste per sei mesi, e munizioni da guerra per lunghissimo tempo.
Fassi ascendere a 3,000 uomini il numero dei soldati che stanziano nella piazza, ma la maggior parte sono impotenti.
Sono stati da Pavìa e da Cremona fatti venire gli orfani ed i bastardi: eglino sono vestiti da militare. Un campo erasi formato a Goito composto di circa 9,300 uomini, parte in fanteria e parte in cavalleria, e vi si mandavano i fuggitivi ed un piccol numero che giungevano a Mantova. Ma il dì 12 in sulla sera, divulgossi per Mantova stessa, avere i Francesi disfatto quel campo. Nulladimeno, nella sera del 12 al 13, dovevano recarvisi 3,200 uomini; a tal uopo erano stati dati gli ordini necessarj.