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menti, togliermi truppe o spedirmene, non isperate più nulla di buono. Se indebolite i vostri mezzi col divider le vostre forze; se troncate in Italia l’unità della direzione militare, mi duole il dirlo, sarà per voi perduta la più bella occasione di dettar le leggi. Nello stato in che sono in Italia le cose della Repubblica, vi e indispensabile avere un Generale, il quale goda intiera la vostra fiducia: se non sarò io quel desso, non me ne lagnerò; bensì adoprerommi a raddoppiare il mio zelo, onde cattivarmi la vostra stima nella carica che vi piacerà conferirmi. Ciascuno ha il suo modo di far la guerra. Il Generale Kellermann ha più esperienza, e la farà meglio di me; ma uniti insieme la faremo malissimo. Io non sono in grado di rendere alla patria essenziali servigi, se non possedendo interamente ed assolutamente la vostra fiducia. Sento essermi necessario molto coraggio a scrivervi questa lettera, e sarò facilmente accusato di superbia e d’orgoglio! Ma a voi debbo francamente esternare tutti i miei sentimenti, a voi che in tutti i tempi dato mi avete contrassegni di stima, che non debbonsi da me obliare.
Le differenti divisioni d’Italia prendono possesso della Lombardia. Quando voi riceverete questa lettera, noi già saremo in movimento, e la vostra risposta ci troverà probabilmente presso a Livorno. Il partito cui vi appiglierete in tale congiuntura è per le operazioni della Campagna più decisivo, che non un rinforzo di 15,000 uomini che mandasse l’Imperatore a Beaulieu.
Venezia, 25 Fiorile anno 4 (14 Maggio 1796)
XVI - A Buonaparte Generalissimo.
Il Ministro della Repubblica a Genova debbe avervi recapitate parecchie mie lettere. Io mi adopero con ogni maniera nel procurarmi tutte le notizie che cooperar possono ai successi dell’esercito che voi conducete; lascio alla vostra saviezza il segregarle da quelle che vi