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ripassare l’Adda; vincasi anche una volta, e l’Italia è nostra. Io ho accordato una tregua al Duca di Parma; quello di Modena mi spedisce per lo stesso fine i suoi negoziatori. Se avessimo un abile Amministratore, le cose procederebbono il meglio che può immaginarsi. Noi attendiamo ora a fare stabilire nei luoghi che ci lasciamo alle spalle considerabili magazzini di grano, e parchi di seicento bovi. Appena ci poseremo, faremo vestir l’esercito tutto di nuovo; esso è sempre in uno stato da far paura; ma tutto va migliorando; il soldato non mangia che dell’ottimo pane, buona carne e molta, buon vino, ec. La disciplina va ogni giorno ristabilendosi; ma conviene spesso fucilare qualcuno, poiché vi sono degli uomini intrattabili che non sanno raffrenarsi.
La preda fatta all’inimico è incalcolabile. Noi abbiamo effetti di spedali per 15,000 ammalati, parechi magazzini di grano, farina ec. Mandatemi pur quanti uomini volete, io gli manterrò facilmente.
Vi spedisco venti quadri dei primi Maestri, del Correggio e di Michelangiolo. Grazie distinte io vi rendo dei riguardi che vi degnate usare alla mia moglie; io ve la raccomando, ella è patriotta sincera, ed io l’amo perdutamente. Le cose pare che vadano ottimamente, giacché potrò farvi rimettere un dieci milioni a Parigi, che vi faranno comodo per l’esercito del Reno. Mandatemi 4,000 uomini di cavalleria smontati, che io gli farò qui rimontare.
Non debbo nascondervi, che dopo la morte di Stengel, io non ho più un ufficiale superiore di cavalleria, il quale si batta. Desidererei che voi poteste mandarmi due o tre ajutanti generali di cavalleria, che abbian del fuoco, e fermo proposito di non far mai dotte ritirate.
Parigi, 18 Fiorile anno 4 (7 Maggio 1796)
XIII - Il Direttorio esecutivo al Generalissimo dell’esercito d’Italia.
Il Direttorio ha ricevuto, cittadino Generale, le importanti vostre nuove degli 8, 9 e 10 Fiorile, e il duplicato