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militare, che ha distrutte tante Repubbliche, ed ha rovinati tanti stati.
Credete al mio ossequio, ed al desiderio che ho di far tutto per la libertà, e per la patria.
Passeriano, 17 vendemmiale anno 6 (10 Ottobre 1797)
CXXII - Al Direttorio esecutivo.
Il cittadino Botot mi ha consegnata la vostra lettera del primo giorno complementario; egli mi ha detto in conseguenza, a vostro nome, di far la rivoluzione in Italia; io gli ho domandato come ciò si dovesse intendere; se il Duca di Parma, per esempio, dovesse esser compreso in quest’ordine. Egli non ha potuto darmi veruna spiegazione. Io vi prego di farmi conoscere i vostri ordini più chiaramente.
Ho ritenuto qui per alcuni giorni il cittadino Botot, perchè da sè stesso potesse assicurarsi dello spirito che anima il mio Stato maggiore, e tutto ciò che mi circonda. Sarei contento ch’ei facesse altrettanto nelle differenti divisioni dell’armata; egli vi troverebbe uno spirito di patriottismo che distingue questi bravi soldati. La mia salute considerevolmente indebolita, il mio morale non meno affetto, han bisogno di un poco di riposo, e mi rendono incapace di eseguire le grandi cose che rimangano a fare. Io vi ho già domandato un successore: se non avete ancora condisceso alla mia domanda, vi prego, cittadini Direttori, di farlo. Io non sono più in istato di comandare. Non mi resta che un vivo interesse, il quale non mi abbandonerà giammai, per la prosperità della Repubblica, e per la libertà della patria.