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domande sfavorevoli nel tempo stesso alle due Potenze, e singolarmente lontane dalla buona fede, che i Plenipotenziarj francesi non han cessato d’opportare in tutto il corso della prima negoziazione. Ma, in questo stato di cose, i sottoscritti sperano che i Sigg. Plenipotenziarj austriaci impiegheranno tutti i loro sforzi per fare adottare dal Gabinetto di Vienna un cammino più convenevole agl’interessi vicendevoli, ed un sistema che conduca immediatamente verso la pace, la quale i sottoscritti non cessano di domandare, che presto sia conchiusa.

I Plenipotenziarj francesi potrebbero rispondere con delle contro-proteste alle note loro rimesse dall’Eccellenze loro i Plenipotenziarj austriaci; essi potrebbero ripetere con memorie storiche, gli sforzi che non han cessato di fare per giungere alla conchiusione della pace definitiva; ma mettono in non cale questi mezzi, perchè la loro intenzione è di allontanare tutto ciò che potrebbe turbar sempre più l’armonia, ch’è tanto essenziale stabilire nelle negoziazioni, delle quali sono incaricati. Essi sanno perfettamente che la pace, la quale è urgente che sia conchiusa, deve, per esser solida e durevole, esser fondata sopra gl’interessi scambievoli; e il complesso dei preliminari di Leoben ha dovuto testificare a S. M. l’Imperatore e Re, che l’intenzione della Repubblica francese non era mai stata quella di privare la Casa d’Austria di una potenza eguale a quella ch’essa aveva prima della guerra: i compensi ch’essa deve riceverne ne offrono la prova. Ella si trova pure sul cammino che i negoziatori francesi non han cessato di seguire, e quando essi han domandato qualche vantaggio per la Repubblica francese, ne han sempre proposto l’equivalente per la Casa d’Austria. Se il Gabinetto di Vienna imitasse questo esempio, le due potenze vedrebbero ben tosto succedere ai disastri cagionati dalla guerra, il riposo tanto ardentemente desiderato da’ popoli: il Direttorio esecutivo della Repubblica francese ha costantemente voluto che la pace fosse egualmente vantaggiosa ed all’Austria ed alla Francia, e soprattutto ch’essa tenesse lontana ogni possibilità di una guerra futura tra di loro sì in Italia, che in Alema-