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dronisce della Dalmazia, e dell’Istria, cioè a dire delle più belle province della Repubblica Veneta; ella ne scaccia le guarnigioni, vi stabilisce il suo governo, ed il Gabinetto di Vienna si duole del cambiamento del governo di Venezia?

S. M. L’Imperadore non dissimula l’impazienza che ha di entrare in possesso degli Stati di questa Repubblica; ella li vorrebbe tutti, ella non ne eccettua nè le imboccature dell’Adige, e della Brenta, nè la città di Venezia stessa; e intanto il Gabinetto di Vienna si dice animato da una gran sollecitudine per quest’antica Repubblica!

L’armata francese occupa, egli è vero, gli stati di Venezia, come lo faceva prima de’ preliminari: essa occupa di più la città di Venezia; ma non vi sta che come ausiliaria; le sue truppe non s’immischiano in alcun modo degli uffari politici, e se alcuni agenti subalterni di S. M. l’Imperatore sono stati insultati, ciò senza alcun dubbio non debbe essere attribuito che al risentimento dalla parte de’ Veneziani per la violenza, che ha esercitata l’armata imperiale entrando nell’Istria, e nella Dalmazia: i Plenipotenziarj non potevano che interporre la mediazione tra S. M. l’Imperatore e Re e la Repubblica di Venezia, e lo hanno già fatto.

Frattanto, in conseguenza de’ preliminari sopra i quali il Gabinetto di Vienna non insiste, che quando esso li ha spiegati di una maniera dannosa per la Francia, e qualche volta per l’Imperatore stesso, cinque provincie austriache sono state restituite a S. M.; e il porto interessante di Trieste (e con esso, la facoltà di riprendere il suo commercio) gli è stato pure restituito. Per ciò che riguarda il cambiamento di Governo in Venezia, ed in Genova, la Repubblica Francese non vi ha presa parte veruna: essa non se n’è immischiata che domandandolo i popoli, e per allontanare gli eccessi che si sogliono commettere ordinariamente al nascere delle rivoluzioni. Adunque ai governi di questi due popoli i Plenipotenziarj di S. M. Imp. debbono indirizzarsi per tutto ciò che li concerne: e in quanto ai Plenipotenziarj francesi, come non sarebbero essi colpiti dalla non sincerità apperente del Gabinetto di Vienna, quando esso sem-