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Gabinetto di Vienna sembra aver delle intenzioni assolutamente contrarie a queste proteste.
Come credere alla sincerità di questo Gabinetto, se quando sembra insistere così fortemente per l’esecuzione de’ preliminari di Leoben, egli stesso li viola nella maniera la più evidente? In fatti quantunque siasi cercato di dare a questi preliminari un’interpetrazione che i Plenipotenziarj francesi ricusano di ammettere, e che non può aver altro scopo se non di allontanarsi sempre più dalla conchiusion della pace, egli non è meno certo che si era convenuti di conchiuder la pace difinitiva nello spazio di tre mesi, a datare dal tempo della lor firma; e questo articolo principale de’ peliminari, di cui l’Europa tutta desidera l’esecuzione, si trova manifestamente violato. Di già sono scorsi quasi quattro mesi da quell’epoca; e sono tre, da che i sottoscritti han fatto conoscere a’ Plenipotenziarj di S. M. l’Imperatore e Re i pieni poteri che essi avevano ricevuti dal Direttorio esecutivo della Repubblica Francese per conchiudere, e firmar la pace definitiva, mentre che il Gabinetto di Vienna lungi dall’imitare questa condotta si è costantemente attaccato a non far cadere le discussioni tra i respettivi negoziatori, che sopra oggetti, i quali non si legavano che per rapporti lontani allo scopo principale della negoziazione. L’articolo de’ preliminari, col quale S. M. consentirebbe ad una pace separata, non si trova pure violato dall’essersi manifestato nelle note precedenti dall’Eccellenze LL. i Sigg. Plenipotenziarj austriaci, il desiderio di S. M. l’Imperatore e Re di non trattare che in comune co’ suoi antichi alleati? Ma ciò ch’è impossibile a non considerarsi come una violazione manifesta dell’articolo primo de’ preliminari segreti, è la protesta rimessa dalle Eccellenze Loro i Plenipotenziarj austriaci contro l’indipendenza della Lombardia, poichè questo articolo porta testualmente:
«S. M. l’Imperatore rinuncia (e non rinuncierà) alla parte de’ suoi Stati in Italia, che si trova al di là della sponda diritta dell’Oglio, e della sponda diritta del Po». S. M. l’Imperatore non doveva occupare il territorio veneziano che alla pace definitiva, e intanto ella s’impa-