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La Repubblica di Venezia è dunque intimamente convinta che tutto ciò che è seguito a Bergamo, non potendo essere che l’opera del comandante Lefray, il Direttorio esecutivo vorrà disapprovare formalmente l’offesa fatta alla sua sovranità, e riproverà senza dubbio la condotta ostile del suddetto comandante, onde la città di Bergamo possa rientrare nell’ordine in cui era prima. È proprio, cittadino Ministro, della rettitudine dei principi che ha sempre manifestati la Repubblica francese, e della giustizia, che forma la base la più ferma, la più rispettabile di ciascun Governo, di appagare prontamente, in un affare di tal conseguenza, i giusti reclami che il Nobile sottoscritto si è affrettato presentarvi per parte della Repubblica di Venezia, che ha sempre osservato la più esatta neutralità, e che, soprattutto in questa guerra, ha dato le testimonianze le meno equivoche della sua amicizia al Governo francese, e dell’ospitalità la più generosa alle sue armate. Gradite, cittadino Ministro, la sicurezza che il Nobile sottoscritto ha l’onore di rinnovarvi, della sua perfetta considerazione, e del suo più profondo rispetto.

Querini.




Montebello, 7 pratile anno 5 (26 Maggio 1797)


CII - Al Direttorio esecutivo.


Voi troverete qui unito, cittadini Direttori, il trattato preliminare, e la ratifica dell’Imperatore. Il Plenipotenziario dell’Imperatore avrebbe desiderato, che questo trattato fosse stato trascritto su la cartapecora, e che i sigilli fossero stati i più spaziosi. Io credo in fatti che la prima osservazione sia giusta, e forse voi troverete utile di applicarla d’ora innanzi alle transazioni, la di cui memoria debba esser conservata per lungo tempo. Eccovi qui unita la protesta ch’egli ha fatta su tal oggetto: io l’ho ricevuta puramente e semplicemente, senza neppure accusargliene la recezione. Sembra che trattando col Re di Francia l’Imperatore non desse egli punto l’iniziativa: