Pagina:Botta - Supplemento alla Storia d'Italia.djvu/167


163

Milano tre deputati onde domandar soccorso e protezione alla Lombardia. Si dice che il Comandante della provincia ha loro risposto che non poteva soccorrerli apertamente, che dovevano consultare bene il voto generale dei loro concittadini, e agire da per sé stessi, riservandosi a proteggerli se le circostanze l’esigessero. I Deputati, ritornati a Bergamo, vi hanno tenuto diverse assemblee; Ottolini le ha scoperte; ha vestito il suo cameriere da contadino, l’ha spedito per corriere a Venezia, per portare agli Inquisitori una nota numerosissima dei pretesi ribelli, e che comprendeva tutti i principali personaggi della città.

Si è saputa questa misura: si è denunziata al Comandante francese come un nuovo tradimento d’Ottolini: quattro ussari sono stati distaccati a perseguitare il corriere, e gli hanno levato i suoi dispacci, i quali sono stati letti al comitato. La lista delle proscrizioni li ha mossi a sdegno; si sono fatte varie proposizioni: alcuni volevano uccidere Ottolini, altri mandarlo ai ferri a Milano; finalmente i più moderati l’hanno vinta: gli si è intimato di uscire dalla città, e il comitato si è impadronito dell’amministrazione. Non si dice qual parte attiva il governo francese abbia preso in queste risoluzioni, dicesi soltanto che ignorando l’effetto di questa esplosione, e potendo puranche sospettare che era diretta contro noi, ha preso delle misure militari di sicurezza, che forse hanno autorizzato una parte dei rapporti di Ottolini.




Parigi, 13 germinale anno 5 (2 Aprile 1797)


LXXXII - Al General Bonaparte.


Gl’inviati delle Repubbliche Lombarda, e Cispadana ci pressano, cittadin Generale, di manifestare le nostre intenzioni sulla loro sorte politica, ma le circostanze sono ancora tali, che noi non possiamo allontanarci dai principj che ci hanno fino qui diretti a riguardo dei governi provvisorj. Il riconoscerli come potenze, sarebbe