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pe della Pace si mantenga fermo nel suo grado: in questa idea sarò sempre premuroso di avvertirlo, se saprò che i maneggi tendenti ad allontanarlo facessero troppi progressi.

Le vedute di questo Ministro sarebbero che la Chiesa romana fosse trasferita in Sardegna; egli mi ha detto farvi parte della sua idea, e della confessione che mi ha fatto sul proposito della missione dei tre Prelati; ma ha desiderato che io la faccia direttamente e confidenzialmente: spero che non troverete malfatto che lo compiaccia. Prima di terminare, vi debbo dire ciò che siano i tre Prelati di questa missione, tutti e tre nemici apertamente conosciuti dei Francesi; l’Arcivescovo di Toledo bestia, fanatico, tristo, e pericoloso in proporzione della sua mancanza di buon senso; il confessore della regina passa per uomo di spirito, e per esser pochissimo scrupoloso in tutto; in quanto all’Arcivescovo di Siviglia gli si attribuisce più spirito; ma accorto, e ambizioso, ha l’aria, ed il tratto di un cortigiano avveduto, mestiere che una lunga esperienza gli ha reso famigliare. Questi due ultimi aspirano al Cappello: il primo lo ha da molto tempo. Si pretende che una nuova, sparsa qui questi ultimi giorni di un attacco di apoplessia sopraggiunto al Papa, gli lasci trasparire la speranza d’ottenere la tiara.

Il General Perignon.




Dal Quartier Generale di Bassano, li 20 ventoso anno 5

(10 Marzo 1797)


LXXX - Al Sen. Battaglia Provveditore della Repubblica di Venezia a Verona.


Sono stato dolorosamente commosso udendo che a Brescia è stata intorbidata la pubblica tranquillità. Io spero che, mediante la saviezza delle misure che prenderete, non vi si spargerà sangue. Voi sapete che, nella posizione attuale degli spriti in Europa, le per-