scovo di Siviglia, ed un altro Vescovo nominato Musquis, Confessore della regina. In fatti, jeri il Principe della Pace mi confermò questa nuova, e dissemi che non dubitava punto che io non conoscessi il vero motivo della legazione. Profittai di questa occasione, e gli dissi che essendo istruito della cabala che agiva contro lui, e di cui questi Prelati erano i complici i più pericolosi, anzi i capi, io doveva crederli che egli gli faceva inviare a Roma affine di allontanarli: il Principe mi confessò che era questa certamente la ragione, egli aggiunse che l’Inquisizione si agitava sordamente contro di lui dopo l’alleanza fatta con noi, e ch’egli era infinitamente interessato, per riparare questi colpi, di allontanare sul momento il grande Inquisitore, ed i suoi aderenti principali: così spera poter mettere a profitto la loto assenza dalla Corte. Io non sapeva cosa alcuna di questi intrighi dell’Inquisizione; ma non ignorava che esiste una trama orribile contro il Principe della Pace e, ragionando confidenzialmente con lui, lo esortai ad esser ben guardingo: gli esposi che io trovava che stava poco a parata, e, a tal riguardo, gli dissi che io era sicuro che i suoi nemici si erano fatti intendere fino nella camera della Regina. Avrei potuto su ciò dargli qualche più minuto ragguaglio, e comunicargli ancora un discorso per lui spiacevole che sono assicurato essersi fatto dalla Regina stessa; ma è cosa sì delicata, che non me lo son permesso, benchè forse l’avessi potuto fare in uno sfogo di confidenza. Per questa volta ho creduto dovermi limitare a consigliarlo ad avere un occhio più attento, e a raddoppiare di circospezione su lui medesimo. Io penso, cittadini Direttori, che il Ministro principale è molto attaccato al suo paese, ed al suo Sovrano; ma penso ancora che sarà difficile trovarne un altro che senta come lui l’interesse che ha la Spagna di tenersi strettamente legata alla Repubblica. Se il Principe della Pace venisse a cadere, chi gli succedesse, se non altro per contradire alle operazioni del suo predecessore, non tenderebbe probabilmente come questo alla buona armonia che regna fra i due Stati, confermata da un’alleanza. Io non dubito che non sia interessantissimo per il bene delle due nazioni che il Princi-