Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
131 |
Parigi, li 10 nevoso anno 5 (30 Decembre 1796)
LXXI - Il Direttorio esecutivo al General Bonaparte.
Da’ dispacci del General Clarke siamo stati informati, cittadino Generale, che avete creduto necessario di differire il bombardamento di Mantova, perché temete qualche movimento dalla parte del Generale Alvinzi; ma col vostro ritorno a Milano fate trasparire che riguardate come impraticabile, o almeno come lontano ogni nuovo tentativo in favore di Wurmser. L’ostinazione di costui ha fin qui sconcertato le nostre congetture, ma non è verisimile ch’egli prosiegua ad essere più lungamente inflessibile. Abbiamo preso delle precauzioni per evitare, nel movimento che deve aver luogo dalle sponde del Reno verso Italia, i ritardi che troppo sovente si sono interposti alla marcia de’ rinforzi ch’erano a voi diretti, e speriamo, che i 30,000 uomini che sono già sotto le armi, e che il General Moreau deve distaccare dalle due armate che comanda, sieno giunti al loro destino prima che finisca il prossimo mese; a quest’epoca appunto dovrà cominciare l’apertura della campagna, se la Corte di Vienna non si arrenderà alle proposizioni che il General Clarke è incaricato di farle. Voi non ignorate quanto ardente, e fermo sia il nostro voto per la pace; ma noi sappiamo pure apprezzare i sagrificj che la Repubblica ha fatto in questa guerra, come anche le sue vittorie, e i vantaggi che debbono risultarne: la nostra moderazione non piegherà mai sino a divenir debolezza. Le forze formidabili che voi metterete in mostra, sbalordiranno l’Imperatore; ed egli dovrà convincersi esser nostra ferma volontà di ritener l’Italia come pegno della pace. Il General Clarke ci ha presentate alcune notizie interessanti su gli ufficiali generali, e su quelli dello stato maggiore dell’armata che voi comandate; da queste notizie apparisce la necessità di una riforma, e per ciò importa che ci sia da Voi presentato uno stato nominativo degl’individui, che debbono esser compresi in questa riforma o perché i di loro servigi sono inutili alla Repubblica, o perché possano divenirle più pericolosi che