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re, per ciò che vi concerne personalmente, ai sentimenti di stima ec.
Bergamo, 6 nevoso anno 5 (27 Decembre 1796)
LXVIII - Al Generale in Capo Bonaparte.
Io v’informo, mio Generale, d’essermi in questa notte impadronito, come ve l’aveva annunciato, del castello di Bergamo, mediante una combinazione di astuzia e di forza, che è stata coronata dal successo. Eccovi il minuto racconto dell’operazione: il secondo battaglione della cinquantesima-settima mezza-brigata forte di 650 uomini, ed un distaccamento di dragoni, si erano portati, come v’annunziai nella mia lettera del 4, la sera di questo giorno a Stezano. Questa vanguardia è stata seguitata la mattina del 5, dal terzo battaglione della cinquantesima-settima mezza-brigata, forte di 350 uomini; dall’artiglieria a cavallo, forte di 30 uomini; dall’artiglieria a piede, forte di 94 uomini: una con due pezzi da 8, l’altra con due pezzi da 3, che ho preso, passando da Cassano, in luogo dei due obizzi che mi eran mancati, e 200 dragoni: sono partito di Cassano con queste truppe, alle 6 precise di mattina; sono arrivato col più grand’ordine a Stezano. Attendeva a Stezano qualche notizia sulla quale potessi contare, e sopratutto il ritorno del cittadino Robineau, Capitano del genio, che io aveva incaricato di portare la mia lettera al Provveditore, di prender voce, e di riconoscere il castello. Si combinarono i rapporti, e mi istruirono che vi erano tanto nella città alta, che è fortificata, quanto nel castello, e nei subborghi, 1,200 d’uomini d’infanteria, 500 di cavalleria, 200 d’artiglieria Veneziana, 700 cavalleggeri Napoletani, e che quindi era importante d’impadronirsi della città alta. Detti dunque le mie disposizioni per non giungervi prima del cadere del Sole. Prossimo un quarto di lega dalla città, mi distaccai con i dragoni, e l’infanteria ebbe l’ordine di seguirmi; mi fu fatta qual-