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rebbe impossibile d’impadronircene alla fine dell’armistizio.
2. Sarebbe ancor per noi perduto il denaro di Roma, il quale non è sperabile che si abbia senza prender Mantova, perchè sarebbe funesto occupar lo stato della Chiesa in tempo di state.
3. L’Imperatore, essendo più vicino, avendo maggior numero di mezzi per reclutare, si troverà in Maggio ad avere un’armata più numerosa della nostra; perchè, si faccia pur ciò che si voglia, quando si cesserà di battersi, la soldatesca se ne andrà via. Dieci o quindici giorni di riposo faran bene all’armata d’Italia, ma tre mesi la rovineranno.
4. La Lombardia è spossata: non è possibile nudrirvi l’armata d’Italia altrimenti che col denaro del Papa, o di Trieste: ci troveremmo per ciò molto imbarazzati all’apertura della campagna dopo l’armistizio.
5. Padroni di Mantova, saremo in grado di non comprendere il Papa nell’armistizio; l’armata d’Italia acquisterà una tale preponderanza, che si crederanno fortunati a Vienna di poterla paralizzare per qualche mese.
6. Se si deve riaprire una nuova campagna dopo l’armistizio, questo ci sarà molto pregiudicievole: se poi l’armistizio dovrà essere un preliminare di pace, non bisogna farlo che dopo la presa di Mantova; allora sarà doppiamente probabile che ci riesca buono, e profittevole.
7. Conchiudere l’armistizio attualmente è lo stesso che spogliarsi de’ mezzi, e delle probabilità di fare una pace vantaggiosa fra un mese. Tutto riducesi adunque ad aspettar la presa di Mantova, a rinforzare quest’armata con ogni mezzo possibile, a fin d’aver denaro per la prossima campagna, non solamente per l’Italia, ma ben anche pel Reno, e ad oggetto di poter prendere un’offensiva così determinata, e così formidabile per l’Imperatore, che la pace avrassi a conchiudere senza difficoltà, e con gloria, e con onore, e con vantaggio. Se si vuole aggiungere all’armata d’Italia un rinforzo di 20,000 uomini, compresi i 10,000 che ci si annunzia