Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
121 |
Nota data dal General Bonaparte al General divisionario Clarke.
Mantova è bloccata da molti mesi: vi sono almeno diecimila infermi ai quali mancano la carne, ed i medicamenti; i sei o settemila uomini della guarnigione sono alla mezza razione di pane, alla carne di cavallo, e senza vino; le stesse legna vi son divenute rare. Nella piazza vi erano seimila cavalli di cavalleria, e tremila di artiglieria: se ne uccidono cinquanta al giorno, e se ne conservano seicento salati; molti sono morti per mancanza di foraggi; di quelli addetti alla cavalleria ne rimangono ancora mille e ottocento, che di giorno in giorno si vanno consumando: egli è dunque probabile, che fra un mese Mantova sarà nostra. Per accelerarne la resa io fo fare i preparativi bastevoli ad aumentare tre batterie incendiarie, le quali incominceranno a far fuoco il 25 di questo mese. L’armata ch’era arrivata con tante forze per soccorrer Mantova è stata già battuta: essa potrà ricever rinforzi tra quindici giorni, ma cominciamo ad aver anche noi soccorsi; e dall’altra parte il General Clarke non può aprire le sue negoziazioni prima di altri dodici giorni, e a quest’epoca, se la Corte di Vienna conchiude l’armistizio, è prova che non si troverà nel caso di attaccarci con qualche speranza di riuscita. Nel caso contrario la Corte di Vienna attenderebbe l’esito degli ultimi suoi sforzi prima di venirne a qualche conclusione. Quando noi sarem padroni di Mantova, l’Imperatore si crederà pur troppo fortunato di accordarci il Reno per confine. Roma non è in armistizio, ma in guerra con la Repubblica Francese; essa ricusa di pagare qualunque contribuzione: la sola presa di Mantova potrà bastare a farla cambiar di condotta.
Conchiudendo un armistizio noi perderemmo
1. Mantova sino a Maggio, ed a quell’epoca la troveremmo compiutamente provveduta, qualunque convenzione che si faccia; ed il calor della stagione ci rende-