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indovinare. Intorno a me ogni cosa è fuori del suo stato naturale in una maniera incredibile. Gl’Inviati di Francia, e di Spagna, sono sfuggiti, ed evitati, come se avessero la peste. Io posso essere abbandonato, ma non avvilito. Fo partire un uomo intelligente, per andare ad informarsi (percorrendo l’estremità dello stato ecclesiastico dalla parte del Regno di Napoli) delle nuove, che possono aversi dell’armata di Serse. Vi prego Generale, di aggradire la protesta del mio attaccamento.

Cacault.




Parigi, li 20 vendemmiale anno 5 (11 Ottobre 1796)


LVIII - II Direttorio esecutivo al General Bonaparte.


Il Direttorio si è fatto presentar di nuovo la lettera, cittadino Generale, in cui parlate della Lombardia, e di alcuni altri stati d’Italia. Non può essere svantaggioso che il Milanese si pronunzj sino a un certo punto, per la libertà, e pel Governo repubblicano: poichè qualora fossimo respinti dall’Italia, un tale stato degli spiriti potrebbe occupare gl’inimici di tal modo, che non ci sarebbe inutile, e mentre ci soggiorniamo, è meglio vederlo disposto in nostro favore, che pronto a combatterci al primo rovescio. Ma se noi invitiamo gli abitanti della Lombardia a farsi liberi: se noi diamo loro così una specie di pegno, che ci obbligherebbe in qualche modo a non separare i loro interessi dai nostri, al momento della pace continentale, noi agiremmo, senza dubbio, impoliticamente: e accedendo a tal misura, ci prepareremmo noi stessi grandissimi ostacoli a questa pace, che è l’oggetto dei voti Francesi in generale, e del Direttorio in particolare. La politica, e i nostri interessi, ben considerati, e ben intesi, ci prescrivono di porre anzi degli ostacoli all’entusiasmo dei popoli del Milanese, che conviene di mantener sempre nei sentimenti, che ci son favorevoli, senza esporci a veder prolungare la guerra presente con una protezione aperta, e coll’incoraggirli troppo fortemente alla loro indipenden-