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partecipi in intima, cordiale, indissolubile alleanza cogli altri popoli che, con noi, per la civiltà combattono. E per la civiltà splendidamente, durevolmente, felicemente con essi dobbiamo vincere e vinceremo. (Applausi vivissimi).

Questa fervida unione di animi non solo deve mirare alla vittoria per il compimento dei voti nazionali, ma deve preparare l’ascensione della patria nella prosperità del lavoro, nella elevazione della scienza, nella propagazione delle idee e delle scuole dalle quali l’industria nazionale deve trarre il più efficace incremento.

Conchiude rivolgendo un saluto al Re, che, colla sua presenza fra le schiere combattenti, è esempio del valore sereno ed è possente ispiratore delle nostre vittorie: al Re il nostro primo saluto, il nostro unanime applauso. (Tutti i Consiglieri si alzano in piedi e applaudono lungamente, gridando: Viva il Re). Un pensiero riconoscente invia al Duca di Aosta, capitano esperto e valoroso, al quale, primo con le schiere sue, toccò aprire il varco alle nuove vittorie italiane: al Duca d’Aosta il nostro saluto: il nostro saluto al generale Cadorna che così valorosamente guida le nostre schiere: a tutti i nostri soldati, a tutti i marinai nostri e, sopratutto, alla nostra bandiera la quale oggi sventola a Gorizia, e indubbiamente sventolerà ovunque la chiamano la favella italiana, i destini della storia, i diritti della nostra nazionalità. (Applausi calorosi, insistenti: grida prolungate di: Vira il Re! Viva Trieste!).

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Nell’agosto del 1916 il Ministro inglese di Commercio, Runciman, venne a passare alcuni giorni a Pallanza ed in quella occasione ebbe varie conferenze con i Ministri Arlotta (Trasporti) e De Nava (Industria e Commercio)