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lere assoluto della Camera che lo Stato italiano provveda alla loro sorte se invalidi sono, provveda ai loro figli se essi muoiono combattenti in guerra. (Benissimo!)

Io mi associo a questo pensiero nobilissimo del deputato Luzzatti. Diremo a un tempo a questi combattenti che il Governo e la Camera s’interessano anche alle loro pensioni di guerra, e questo saluto che partirà da qui oggi lo vorranno recare specialmente ai nostri combattenti di terra e di mare quelli fra i nostri colleghi che partiranno presto da quest’aula per recarsi un’altra volta a combattere valorosamente in mezzo ai nostri soldati e ai nostri marinai. (Vivi applausi). Lo direte tutti voi, onorevoli deputati, tornando nelle vostre città, tornando nelle vostre terre, poiché se giova dirlo a coloro che combattono, giova dirlo anche alle loro consorti, alle loro famiglie! (Vivissime approvazioni). Giova che non solo sul fronte dove si pugna, si muore e si vince, ma che in ogni focolare domestico si sappia che la Patria impone dei sacrifici, ma che la Patria non è solo grata con la parola, ma è e sarà con le opere provvida con tutti coloro che oggi soffrono per essa e un giorno avranno la gloria di aver partecipato a questa sua completa e vittoriosa resurrezione! (Vivissimi applausi).

Accetto dunque l’ordine del giorno dell’onorevole Luzzatti.

Non mi attardo a pregare l’onorevole Modigliani e gli altri deputati perché ritirino i loro emendamenti. Il ministro del tesoro ha spiegato le ragioni per cui non possono essere accettati. Il termine a tutto il 31 dicembre egli ha dimostrato come sia una necessità: negare questa necessità è implicitamente negare la fiducia. Perciò il