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ai senatori Mazziotti, De Novellis, e anche al senatore Fracassi, che parlarono della recente Conferenza economica tenuta a Parigi, debbo rispondere che tutto ciò che sostanzialmente essa approvò fu reso di pubblica ragione nel nostro e negli altri paesi alleati.

Non si trattava di una Conferenza che stringesse accordi definitivi, ma di una Conferenza che addivenne a deliberazioni prese dai delegati ad referendum. L’Italia fu in quella conferenza rappresentata con molto valore dal già Ministro Edoardo Daneo.

Questo è certo che il nostro Governo non prenderà impegni (e già lo si dichiarò ripetutamente alla Camera dei deputati) pei tempi successivi alla guerra senza il consenso del Parlamento. (Benissimo). Quando quel tema verrà dinanzi al Parlamento acquisteranno anche maggior valore quelle avvertenze d’indole commerciale che con tanta diligenza ha raccolto il senatore De Novellis, e quei cenni sulle importanti nostre esportazioni nei vari paesi che ieri ha qui recato il senatore Mazziotti.

Il senatore Ferrerò di Cambiano parlò dell’assicurazione obbligatoria per le classi operaie. Io non posso dire ora il pensiero del Governo; ma quale sia il mio pensiero egli lo conosce. Non è questo un problema che si sciolga con una semplice affermazione, questo solo posso dirgli: che l’argomento rientra in quelle provvidenze che il Governo intende di preparare, per il giorno in cui la guerra sarà cessata, a giusto riguardo delle classi sociali che danno alla patria il loro lavoro così nell’officine come nei campi.

Quanto alla costituzione del Ministero, io ringrazio gli oratori che hanno parlato per i concordi giudizi pa-