Pagina:Boselli - Discorsi di guerra, 1917.djvu/247


227

al quale tutti acclamiamo, sì bene al Re d’Italia, che tanto sente i nuovi tempi, al Re d’Italia, che nella scienza è insigne, al Re d’Italia, il quale dà esempio di una monarchia non fastosa, ma operosa. (Vivissimi applausi).

E da questa Roma, dove se fu tanta gloria di combattenti e trionfatori, rifulse per altro e tuttor rifulge sopra ogni altra la gloria di quei reggitori, di quegli imperatori, che furono non solo valorosi in armi, ma chiari e memorandi per il senso politico, da questa Roma vada il nostro saluto al Re di Italia, che così bellamente in sè congiunge lo splendore di quelle gesta tradizionali, l’Italia unita ha saputo rinnovare, coi più schietti sensi democratici dei tempi presenti; poiché in Vittorio Emanuele III noi tutti salutiamo il più nobile campione non solo delle gloriose tradizioni del nostro passato, ma ancora di quella democrazia italiana, che è la vera democrazia perchè rappresenta colle guarentigie e coll' ordine di salde e sincere istituzioni il progresso nella libertà. (Vivissime acclamazioni).


Con questi alti e patriottici sentimenti il Senato chiuse le tornate estive, rimanendo stabilito che sarebbe stato riconvocato a domicilio.

Il Ministero Boselli usciva, adunque, dalle discussioni avvenute nella Camera dei Deputati e nel Senato, sia nelle sedute pubbliche che in quelle segrete, rinvigorito dalla fiducia delle due assemblee e rafforzato nell’opinione del Paese, la cui vita si svolgeva in una calma operosa, fidente dell’avvenire.