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e di perigli era il momento storico, seppero far salve le sorti del nostro riscatto nazionale, rendendo possibile a Luigi Carlo Farini quella splendida rivendicazione del nostro diritto, che fu l’inizio dell’unità italiana. (Approvazioni vivissime).
Ringrazio il Senatore Lamberti per le cortesi parole che a me ha rivolte. Onorevoli senatori, voi avete terminato i vostri lavori approvando la legge che sancisce l’assicurazione obbligatoria dei contadini. Non è questo un puro caso. E, per contro, un nuovo e mirabile segno dei sentimenti del Senato italiano, il quale fu sempre, in tutta la nostra storia politica, freno e sprone; perchè all’assemblea altissima, che è il Senato del Regno, questo appunto si appartiene, di essere freno quando occorre, di essere sprone quando conviene spingere il Governo ad animosamente progredire. (Vive approvazioni).
Voi oggi dimostraste come il Senato del Regno, ove sono tanti uomini che hanno combattuto per la patria, tanti uomini che illustrano la scienza italiana, tanti uomini che rappresentano il lavoro sia dell’industria come dell’agricoltura, tanti uomini che onorano, che onorarono i più alti pubblici uffici e l’assemblea elettiva, voi dimostraste, dico, come qui il senso politico non sia solamente un senso fedele depositario e rappresentante delle nostre più auguste tradizioni, ma sia un senso che sa farsi compagno e interprete non meno fedele del momento politico in cui si vive.
Ed io chiuderò questo mio saluto al Senato volgendo il mio pensiero al Re d’Italia: ma - secondo quanto ho pur dianzi detto — non solo al Re d’Italia soldato,