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possa agevolare, e occorrendo anche prescrivere, di dar luogo per mezzo di enfiteusi o di equi patti agrari ad una migliore ripartizione della proprietà. Strumento a ciò saranno, lo ripeto, massimamente le bonifiche. Quelle bonifiche, alle quali continuamente il mio collega dei lavori pubblici dà opera, tanto che ne sono in corso, concesse ai Consorzi o da concedersi, per 150 milioni; e molte altre bonifiche ancora sono del pari in corso, per opera diretta dello Stato così nel Mezzogiorno, come nella Sardegna, per alcune diecine di milioni.
Consenta il Senatore Sinibaldi ch’io asserisca che questa è la vera via per la quale possiamo giungere ai fini ai quali egli mira. E vi giungeremo inoltre diffondendo l’istruzione agraria, per virtù specialmente di quelle cattedre ambulanti di agricoltura, che in Italia hanno dato così largo ed efficace stimolo alla produzione agraria. È questione di capitali, è questione di istruzione, è questione, lo sento a mi piace dirlo in questa alta Assemblea, anche di educazione (Benissimo), ài sentimento delle classi proprietarie, e sopra tutto dei grandi proprietari.
Io mi sono rallegrato tutto entro me stesso, quando l’altro giorno il senatore Figoli, che è un grande proprietario, ci disse per ben due volte che migliorando la condizione dei contadini si accresce anche l’utilità del proprietario. Questa è la vera economia pubblica, che associa ai principi della libertà economica il senso di quella morale sociale, di quel diritto di tutti i lavoratori, senza del quale la libertà rimarrebbe una visione ideale infeconda, e non si potrebbe conseguire un grande progresso economico; poichè non vi è progresso e-