Pagina:Boselli - Discorsi di guerra, 1917.djvu/239


219

il diritto di proprietà possa temperarsi talmente da far luogo anche alle espropriazioni nei casi da lui accennati: io non so se potrei spingermi del tutto fino al punto, a cui il Senato è arrivato. Certo il diritto di proprietà si è trasformato e tuttavia si evolve in ogni sua parte. Sotto un duplice aspetto questa trasformazione ed evoluzione è particolarmente rilevante.

In primo luogo per i limiti e i temperamenti, che alle forme classiche della proprietà individuale furono arrecate da quei residui di proprietà collettiva, di cui sono rimaste così visibili le traccie presso di noi con denominazioni varie nelle diverse regioni: usi civici nelle provincie meridionali, partecipanze nell’Appennino marchigiano e nei paesi del litorale adriatico, regole o favole nel Veneto e nel Cadore, ademprivi e cussorgia in Sardegna, e così via; e di cui esempi classici sono il celebre Tavoliere delle Puglie e la Sila di Calabria. Ma non è certo ad un incremento di queste forme che il senatore Sinibaldi mira, dato che con tanta energia egli ha combattuto ogni idea di proprietà collettiva.

Dobbiamo quindi appuntarci a quel secondo aspetto di trasformazione e di evoluzione del quale ho detto, e la cui caratteristica più saliente consiste nel contemperare i diritti del proprietario del suolo, con i diritti del lavoratore della terra: quel contemperamento, che trovò la sua più pregnante espressione nel nome, che antiche leggi davano a quella parte di terra abbandonata ed incolta, che un lavoratore avesse messo a coltura e gli doveva quindi spettare in godimento: labor! Straordinariamente ricche, a seconda dei diversi tempi, le manife-