Pagina:Boselli - Discorsi di guerra, 1917.djvu/209


189

avvenire nuovo e più inumano strazio di guerre. (Benissimo).

Non io posso pensare che cosiffatte tendenze esistano nel nostro Paese. Se esistessero e si tentasse di tradurle in atto, inesorabile si leverebbe contro di esse l’azione del Governo, il quale vi proporrà, senza indugio, quanto è necessario, di organizzazione e di disciplina, per la tutela della pace interna. (Approvazioni). Nessuna reazione, o signori, e sempre e ovunque il massimo rispetto della libertà che sia conciliabile con la disciplina di guerra. Poichè, mentre si combatte al fronte tutto deve convergere a che si esaltino i vittoriosi diritti della Patria, a che si vendichi il nobile sangue dei nostri eroi.

Io ho coscienza, e altamente lo dico, che l’opera del Governo rispose sempre a queste mie affermazioni. Se tale coscienza non avessi, troppo dovrei dubitare di me stesso e, ve lo dico con patriottica commozione, troppo mi sentirei indegno di un ufficio, che saprei senza esitanza, abbandonare. Con questi sentimenti, con questi propositi, io ripresento al Parlamento il Ministero che ho l’onore di presiedere.

Io sono certo che non ci mancò l’animo ad alcuna cosa utile alla Patria, ad alcuna cosa necessaria alla guerra. La discussione dovrà essere ampia; e il Parlamento giudicherà. Poco importa, o signori, la sorte di un Ministero. Ciò che importa, ciò che solo vale è la vittoria dell’Italia, è il trionfo della civiltà nel mondo. (Vivissime approvazioni — Vivi applausi).