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Parve, o signori, opportuno considerare fin d’ora il passaggio del nostro Paese dallo stato di guerra al futuro stato di pace, specialmente per quanto concerne i fatti economici, sociali, giuridici che immediatamente a questa susseguiranno: - ampia e importante materia, che sarà studiata e vagliata da un Comitato di ministri, e da una Commissione Reale composta non solo da membri delle due Camere, ma da funzionari esperti e da persone segnalate per eminente competenza nelle questioni delle industrie, dell’agricoltura, del lavoro. (Bene!). È d’uopo segnatamente, o signori, che dopo tanto fervore d’industrie, con sì gran numero di operai e così elevati salarii, si prepari ciò che meglio riesca a scansare gli sconvolgimenti repentini e ad equilibrare le condizioni della nostra vita economica. (Benissimo!).
Il ministro della guerra, già dedica ogni sforzo a molteplici problemi, che corrispondono alla gravità dell’ora che volge e cioè: a rinvigorire i rifornimenti per l’esercito che combatte, sopprimendo, con ogni mezzo, l’abuso dovunque ancora vi fosse; (Benissimo!) a perfezionare la preparazione tecnica e morale degli elementi che occorrono alla lotta; a trarre il miglior rendimento, nell’interno del paese, dalle attitudini di tutti e di ciascuno; e tutto ciò, tenendo gli interessi della produzione, specialmente agricola, in tutto il massimo conto che i supremi interessi della guerra consentano. (Approvazioni).
Non indugerà il ministro della marina ad acuire la vigilanza e a fornire validi ripari contro la nefanda guerra dei sottomarini, favorita da incredibili perfidie, e sulla quale dovrà alfine prevalere l’apprestamento di