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ricorrevo col pensiero ai poeti, irradiati dalla luce del Campidoglio. Qui fu incoronato Francesco Petrarca. Per troppo lungo tempo egli fu conosciuto soltanto come il cantore di Laura. Egli fu anche il cantore dell’Italia, delle sue speranze, del suo avvenire. La corona data a Petrarca in Campidoglio, rifiorisce ora con l’alloro della Patria e si avvolge nel nastro tricolore. Lo spirito suo deve allietarsi in questo momento perchè l’Italia nostra corrisponde al suo profetico canto e perchè la virtù ha preso le armi davvero e il valore italiano dimostra che non è morto e non morrà mai. Ci sia dato ripetere i versi del Carducci e del Petrarca insieme al saluto che muove dal Campidoglio. Ci sia dato ripetere questo saluto a Trento ed a Trieste ed a tutte le genti italiane che sono sul Mare Adriatico. (Applausi unanimi e fragorosi).
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Nel febbraio 1917 ebbe luogo a Roma la conferenza interparlamentare coll’intervento dei più illustri parlamentari delle Nazioni alleate.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri On. Boselli, il 24 di tal mese, dette in onore dei delegati un ricevimento alla Consulta nel quale pronunziò il seguente discorso:
Sono felice di salutarvi in nome della fratellanza che si afferma nelle nostre idee, nei nostri atti e che i ì nostri soldati consacrano col loro sangue.
Il mio pensiero corre alla Marna, a Verdun, a quella gloriosa terra di Francia, ove ogni uomo è un soldato e ogni soldato un eroe; a quella fremente terra di Francia ove nel cuore di ogni cittadino batte tutto intero il cuore della Patria.