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Per quella vita italiana la quale dimostra di essere così salda, così rigogliosa, così ardente. Diciamolo con giusto orgoglio, onorevoli senatori, il Paese nostro ha moltiplicato meravigliosamente il suo esercito, lo ha organizzato e formato in un modo che desta l’ammirazione di tutti gli altri eserciti. (Vivissime approvazioni). Mentre i militari, dedicati per la loro nobile professione alla carriera delle armi, così eroicamente combattono si può dire che insieme con essi tutta la nazione italiana divenne nazione armata e strenuamente combatte.

I nostri ufficiali di complemento danno prove intrepide di valore da emulare qualsiasi valore militare: tutti i figli del nostro popolo di ogni condizione, di ogni grado nell’esercito e nell’armata, accrescono continuamente le prove delle loro eroiche gesta, dei loro mirabili sacrifici. (Approvazioni vivissime. Applausi).

Al campo, e in mezzo alle armi e fra tutti i combattenti è sempre il Re d’Italia. (Bene). Il Re d’Italia, rimanendo in mezzo alle armi, rimanendo dove si combatte, non solo partecipa all’opera della civiltà, non solo incuora col suo esempio i soldati italiani; ma il Re d’Italia, rimanendo al campo in mezzo a quelle falangi che domani ritorneranno in Patria e saranno la forza del nostro paese, e decideranno dei destini della futura Italia, il Re d’Italia, vivendo ora in mezzo a tanta parte del popolo suo di ogni terra della penisola, d’ogni ceto, d’ogni partito, in mezzo alle generazioni che sono il nerbo dell’Italia presente, e alla balda e generosa gioventù, nella quale s’impersona l’avvenire, egli dimostra come nell’alto animo suo vibra la fede nella vocazione della nuova Italia e come l’alta sua mente sia aperta alla visione e alla