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di risparmiare quanto più è possibile sopra gli alti salari attuali, affinchè nel giorno della cessazione della guerra esso non abbia a scapitare della alta posizione economica e morale che ora ha raggiunto.

Il Governo presentò alla Camera dei deputati un disegno di legge sull’istruzione professionale, istruzione necessaria per preparare le future fortune delle nostre industrie. Il Governo presenterà un disegno di legge, il quale, infondendo nuova gagliardia alla scuola popolare, darà ad essa atteggiamenti più pratici rispetto all’avvenire nazionale. E poi, come ha osservato testè l’amico Carcano, il paese nostro, il quale ha così meravigliosamente dimostrato la sua attitudine a passare dalla pace alla guerra, troverà in sè la forza per conquistare, oltre l’indipendenza politica, l’indipendenza economica. La conquisterà il forte braccio dei nostri operai; l’avvalorerà l’accresciuta energia di tutte le classi dei nostri combattenti tornando dalla fronte; e la scienza italiana, usa piuttosto ad aleggiare nei campi delle idealità (ed è per questo che noi non abbiamo creato i gas asfissianti), saprà anche dare alle industrie nostre tutto ciò che occorre per metterle al livello delle più prospere e delle più produttive.

Il senatore Ferraris ha, con molta eloquenza, richiamato il Paese a quella austerità che il Governo pensa essere in questo momento il massimo dei doveri per coloro che non combattono. Egli ha accennato soprattutto alle grandi città. A dire il vero, rispetto alle grandi città bisogna distinguere tra gli atteggiamenti del volgo (e sono volgo tutti coloro che in questo momento non sentono le grandi responsabilità, i grandi doveri, i grandi

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