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care la convocazione di un Congresso di plenipotenziari dei paesi belligeranti con l’incarico di vagliare gli obbiettivi e le rivendicazioni concerte delle Nazioni in guerra, allo scopo di addivenire ad una prossima soluzione del conflitto.

Il Presidente della Camera invitò il Presidente del Consiglio, a termini dell’art. 125 del regolamento della Camera dei Deputati, ad esprimere il suo parere sulla mozione stessa e l’on. Boselli fece la dichiarazione seguente:


BOSELLI, presidente del Consiglio. Credo che sia opportuno che il Governo esponga immediatamente il proprio pensiero.

Noi siamo entrati in piena discussione dell’argomento della pace; e non vi è in noi il più remoto proposito di restringere in verun modo quella piena libertà che alla Camera appartiene di percorrere tutte le parti di quest’argomento.

Ma la mozione che è presentata dagli onorevoli colleghi implica uno speciale voto intorno alla iniziativa che il Governo italiano dovrebbe prendere a tale proposito.

Se io potessi sperare di avere accoglienza favorevole presso i proponenti, li pregherei di consentire che la loro mozione si rinvii a sei mesi. Li pregherei di ciò: e, nel caso non consentissero, dovrei pregare la Camera di venire in questa deliberazione. Una franca parola: in questo momento un voto quale ci è domandato, la Camera non può esprimerlo. La Camera non può votare per una pace incerta, infida, prematura: la Camera non può neppure votare genericamente e vagamente contro la pace. (Bene! Bravo!)

La mozione parte da un presupposto - lo concedano gli onorevoli proponenti - che non corrisponde alla realtà. I principi che essi designano come quelli sui quali