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lotta della libertà e della giustizia. Al valoroso popolo romeno che con animo invitto affronta le più dure prove, i più gravi sacrifìci, al suo Re, al suo esercito invio un fervido augurale saluto, cui sono certo si associerà calorosamente il Parlamento Nazionale. (Vivissimi generali prolungati applausi. — Ministri e deputati sorgono acclamando alla Romania).
Negli stessi giorni l’Italia ha dichiarato la guerra alla Germania. Le motivazioni del nostro atto sono a sufficienza illustrate nel testo della dichiarazione. Voglio solamente aggiungere come, sino dalla nostra entrata in guerra contro l’Austria, si prevedesse chiaramente, anche da parte del Governo germanico, che il prolungarsi del conflitto europeo avrebbe inevitabilmente condotto allo stato di guerra fra Italia e Germania.
Ne è prova la dichiarazione fattaci verbalmente circa la presenza di truppe tedesche frammiste a quelle austriache ed il fatto che l’accordo italo-germanico del 21 maggio fu concluso appunto nella previsione dello stato di guerra, dietro iniziativa del Governo germanico, per quanto l’accordo stesso, per la poca sincerità messa dall'altro contraente nella sua anticipata attuazione, non abbia potuto reggere nemmeno fino al giorno della dichiarazione delle ostilità.
Il Governo italiano ha prolungato per più di un anno, di fronte agli incessanti aiuti militari della Germania a sostegno dell’Austria, di fronte a numerosi atti ostili del Governo imperiale, uno stato di diritto che era in contrasto con lo stato di fatto. Ma quando tale contrasto divenne troppo stridente, abbiamo ritenuto che la nostra dignità, la necessità delle cose e i nostri doveri di alleati