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superbe, la bellissima italica gemma. In altre vittoriose battaglie il nemico veniva ributtato più oltre nel Carso.

E intanto le armi nostre muovevano nella Penisola Balcanica da Valona e da Santi Quaranta a tutelare dalle insidie il fianco o le spalle degli eserciti alleati; insieme coi quali combattono, per liberare la Serbia e sostenere la Romania sempre valorosa, i nostri veterani del Carso, che testé ancora onorarono a Monastir splendidamente il nome d’Italia. (Vivissime approvazioni).

La nostra marina militare, infaticabile e audace, asseconda gagliardamente questa vasta e complessa opera di guerra. Essa si accresce di nuove unità atte a ben combattere e a vigilare; acquista nuove armi a difesa delle coste, delle città, delle industrie che si elevano sul litorale, e a tutela delle navi mercantili.

Il nemico non osa affrontarla in aperto cimento. Intanto essa insegue e caccia senza posa i sommergibili che colle disumane insidie infestano i mari; essa ordina avvedutamente e ininterrottamente scorta e protegge con meritata fortuna le nostre spedizioni militari a Valona ed a Salonicco, si avanza con frequenti ed ardite incursioni offensive fino alle coste nemiche. Essa, la nostra gloriosa marina di guerra, recò la bandiera italiana a Porto Palermo, all’isola di Merlerà, a Santi Quaranta; essa penetrò fino addentro alle opere della rada di Durazzo; e mostrò, una volta di più, col fulgido episodio del Canale di Pasana, di che sia capace la virtù di nostra gente. (Benissimo).

A provvedere di armi e munizioni i combattenti e a fornire anche gli eserciti alleati; ad apprestare idrovolanti per i visitatori coraggiosi dei propugnaco li e degli