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Il Governo sa infine di qual vantaggio sia per tutti il promuovere la pace sociale che non devo essere il monopolio di alcun partito, ma il risultato della volontà concorde di tutto il popolo.

Non basta, amici milanesi, e voi ben lo sapete, il combattere alle frontiere o sul mare o nell’oriente. Anche all’interno bisogna antivedere e provvedere. Non lasciamo che la coscienza nazionale sia scossa da alcun dubbio sulle sorti della nostra guerra, che, pur attraverso i più gravi sacrifìci, sarà apportatrice di sicuri beni. Afforziamo senza tregua l’animo del paese finora mirabilmente fidente e sereno.

Voi che a Milano in ogni cosa siete all’avanguardia - nè io vi adulo facendomi voce di un plebiscito d’ammirazione che verso voi viene da tutta Italia — voi che porgete innumeri manifestazioni di quella che si chiama assistenza civile e che meglio chiamerei doverosa cooperazione bellica, voi dimostrate oggi all’Italia come tale cooperazione si possa in tutti i modi vigorosamente estendere. Qui alle famiglie dei richiamati si provvede; qui pei feriti si aprono tutti i cuori, qui si vuole ed opera il bene comune.

E queste iniziative d’assistenza rinforzate. Rinvigorite anche le opere dell’assistenza morale, che parla al cuore di coloro che non combattono, e rianima le famiglie dei combattenti; che conforta chi vive nell’ansia di desiderate novelle e calma le trepidazioni di coloro che hanno i mariti e i figli lontani: che costituisce quell’apostolato di carità fraterna più preziosa spesso del soccorso materiale.

La guerra volge sicura ai suoi fini. Tuttavia, quantunque nessuno ormai dubiti della nostra preparazione