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dirò degli altri Ordini monastici come dei cavalieri di S. Maria, del terzo Ordine degli Umiliati, di quei della Penitenza, che vivon co' propri famigliari e, fra la città e il territorio, contano più di settecento affiliati? Tralascio anche di parlare del numero delle donne ascritte a questi Ordini e di tutti gli altri che vestono abito religioso. Dei quali alcuni hanno fatto dedizione di sè o dei propri beni a monasteri, oppure con abito di conversi vi prestano servizio ; altri servono presso le chiese, altri vivono da eremiti o da reclusi, assistiti da conversi, o in qualunque altro modo sono esclusi dal ceto dei secolari. Di tutti costoro rinuncio a parlare specificatamente.

XI. - Questo però posso in generale e con sicurezza affermare che, entro la città e fuori, compresi i preti e chierici vestenti l'abito, più di diecimila religiosi, escluse le donne, vivono di pane ambrosiano. Ai loro meriti e alle loro preghiere si deve l'aver Dio salvata la nostra città da tanti pericoli.

XII. - Questo fiorir di comunità religiose è una prova evidente della bontà dei cittadini.

Ed ora che dirò della enorme popolazione di Milano e del suo contado?

Qui bisognerebbe tacere e lasciare che chi è capace di contarla la conti. Ma io, perdonatemelo, qualche cosa vo' dire, giacche, secondo un mio calcolo (che molti asseriscono essere esatto), più di settecentomila bocche d'ambo i sessi, contando anche i bambini, vivono sulla superficie dell'ambrosiana terra cui Dio lar-