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allora dalla Biblioteca nazionale di Berlino, probabilmente quello stesso che già, esisteva nella biblioteca del convento di S. Maria Incoronata in Milano dove fu veduto dal Tiraboschi. La riproduzione del testo è molto curata, ma è priva di commenti. I volgari vi son così distribuiti: 1) disputa tra la Vergine e Satana, versi 396, I. 322; — 2) I quindici miracoli precursori del dì del giudizio, v. 52, I. 379; — 3) il dì del giudizio, v. 396, I. 380; — 4) volgare delle elemosine, v. 1053, I. 438; — 5) lodi della Vergine, v. 528, I. 478; — 6) Contrasto della rosa e della viola, v. 248, II. 3; — 7) contrasto della mosca e della formica, v. 276, II. 9; — 8) Le cinquanta cortesie da tavola, v. 204, II. 85; — 9) contrasto del peccatore con la Vergine, v. 144, II. 90; — 10) ragioni per le quali la Vergine ama i peccatori, v. 124, II. 94; — 11) contrasto dell’anima al corpo, v. 388, II. 132; — 12) Visita dell’anima al corpo, v. 144, II. 142; — 13) volgare della passione di Giobbe, v. 324, II. 209; — 14) vita di S. Alessio, v. 112, II. 217.

Il poemetto delle zinquanta cortesie da tavola, e una parte delle lodi della Vergine furono ripubblicati nel 1856 da Bernardino Biondelli, nel volume: Poesie lombarde inedite del secolo XIII, Milano, Bernardoni, insieme col poemetto da noi ricordato di Pietro da Bescapè e col Decalogo d’un anonimo bergamasco. Solo queste ultime composizioni erano inedite; il Biondelli non conosceva la pub-