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materiale che fa pensare al divino Poeta: l'avere introdotto nel trittico la Passione di Cristo può non essere uno spediente adottato tanto per fare una trilogia; Bonvesino può aver anch'egli pensato a descrivere il purgatorio ed avervi rinunciato come tema scarso di contenuto poetico per una fantasia povera come la sua. Le pene infatti vi sono su per giù le stesse dell'inferno, e la speranza, quasi la certezza del loro fine è un motivo troppo astratto e metafisico perchè l'umile rimatore potesse concretarlo. Scelse così, ben argomenta il Salvioni, il Purgatorio di Cristo, quale è invero la Passione sostenuta per espiare le colpe degli uomini, ma non per questo è venuta a mancare alla trilogia un'intima ideale unità.

I poeti dell'ltalia settentrionale, già lo avvertimmo, hanno adottato un tipo di lingua relativamente uniforme e convenzionale. Errarono di gran lunga quanti credettero ravvisare in Bescapè e in Bonvesino i primi poeti meneghini; altra cosa doveva essere il vero dialetto milanese da essi adoperato nel quotidiano conversare. La loro, al pari di quella di tutti gli altri, è una lingua illustre formatasi nell'alta Italia contemporaneamente alla illustre to-